La percezione di un suono o un rumore in assenza di stimolazione sonora viene definito “acufene” oppure “tinnito”. L’acufene può essere di vario tipo (es. fischio, ronzio, sibilo o rombo), continuo o intermittente, unilaterale o bilaterale, associato o meno a riduzione della capacità uditiva. Si stima che in Europa più di un adulto su sette soffra di acufene, mentre in Italia ne soffrono oltre tre milioni di persone. La particolarità di questo sintomo è che di solito si associa ad altri, quali: stress, difficoltà di concentrazione, irritabilità, ansia, insonnia, stanchezza o riduzione del tono dell’umore. Questi sintomi possono essere generati dall’acufene stesso, come reazione soggettiva al fastidioso rumore, oppure essere presenti precedentemente, ma peggiorati dall’esordio dell’acufene. Con il passare del tempo si instaura un circolo vizioso di sensibilizzazione: sentire il rumore provoca preoccupazione e ansia, questi sintomi catalizzano tutta l’attenzione su quello stimolo, il cervello diventa sempre più sensibile ad esso, tanto da aumentarne la percezione stessa o comunque l’impatto sul benessere e sulla qualità di vita.
Quali le cause?
Gli acufeni presentano alcune cause riconosciute: traumi acustici (per es. un suono molto intenso o una variazione improvvisa della pressione ambientale), traumi cranici, patologie dell’orecchio interno e alcuni farmaci tossici per l’orecchio. In alcuni casi, invece, non è rintracciabile una causa specifica.
Come effettuare la valutazione?
La valutazione iniziale spetta al medico specialista in Otorinolaringoiatria. Lo Specialista effettua una visita e può richiedere degli accertamenti, a seconda del caso: test audiologici (audiometria tonale, vocale, impedenzometria) o risonanza magnetica nucleare dell’encefalo. In molti casi le indagini non giungono ad una conclusione diagnostica precisa, e può capitare che il paziente si senta dire che non ci sono patologie che provocano il disturbo lamentato, quindi non ci sono cure, cosa che peggiora ulteriormente le reazioni cognitive, emotive e comportamentali del paziente (es. irritabilità, ipocondria, tristezza, isolamento, evitamento di luoghi o situazioni, etc.). In questi casi, invece, è indicata una Valutazione Psicologica, perché è possibile intervenire, se non per la risoluzione completa del rumore, almeno per eliminare i sintomi ad esso associati ed interrompere il circolo vizioso di sensibilizzazione.
Trattamento
In presenza di una patologia accertata, il suo trattamento può risolvere l’acufene. Nei casi in cui non si evidenzi una causa primaria, l’acufene può essere trattato con successo mediante la terapia cognitivo-comportamentale, effettuata da Psicologi o Medici specializzati in tal senso. Le tecniche adottate sono: analisi funzionale cognitiva ed emotiva, attivazione comportamentale, ipnosi, rilassamento muscolare progressivo, training con biofeedback e mindfulness.
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